Jul 13, 2021 - Senza categoria    Comments Off on BARTSIA TRIXAGO LA PIANTA DAI FIORI ORIGINALI

BARTSIA TRIXAGO LA PIANTA DAI FIORI ORIGINALI

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Passeggiando, come spesso faccio nella mia campagna, a Licata, improvvisamente ho notato questa meraviglia: una pianta dal fiore molto bello.
Ne rimasi stupita!

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Il nome scientifico è Bartsia trixago!
Il nome italiano è “Perlina minore”. Nel tempo ha avuto diverse nomenclature.
Il sinonimo più frequente è: “Bellardia trixago”, nome attribuito in onore  di Carlo Antonio Lodovico Bellardi (1741-1826), botanico a Torino e “Trixago apula”.Etimologicamente il nome del genere “Bartsia” è stato assegnato in onore del botanico prussiano Johann Bartsch (1709-1738) di Königsberg, medico coloniale a Suriname.
Il nome della specie “trixago” è formato da due parole latine: “trix” “ capello, pelo”, e “ago” , un suffisso latino usato per indicare “simile a...”. Il nome  scientifico della Bartsia trixago è stato attribuito da Carl von Linné (1707 – 1778), biologo e scrittore svedese, autore della pubblicazione “Species Plantarum” econsiderato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi.
Il genere Bartsia si compone di circa cinquanta specie le cui aree di origine sono le zone mediterranee dell’Europa, Infatti sono distribuite in Europa, in Africa e in America.
In Italia la Bartsia trixago è presente in Abruzzo, in Basilicata, in Calabria, in Campania, in Emilia Romagna, nel Lazio, in Liguria, nelle Marche, in Molise, in Piemonte, in Puglia, in Toscana, in Umbria, nella Valle d’Aosta. In Sardegna, in Sicilia.
Appartenente alla famiglia delle Orobanchaceae, secondo i nuovi sistemi di classificazione filogenetica, mentre prima il suo genere apparteneva alla famiglia delle Scrophulariaceae, secondo la classificazione ormai classica di Cronquist La Bartsia trixago è una piccola pianta erbacea, annuale, vischiosa, alta da cinque a 50 cm.

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Possiede radici sono a fittoni da cui si sollevano gli assi forali eretti con peli rivolti verso il basso.

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Le foglie hanno delle forme lanceola-lineari con bordi dentati. Le foglie non sono tutte uguali. Le inferiori sono spatolate, le medie sono strette e le superiori sono triangolari. Le foglie superiori vicine all’infiorescenza sono bratteiformi.

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Le infiorescenze sono formate da alcuni fiori pedicellati, spaziati e disposti all’ascella di brattee o anche da brevi spighe piramidali.
I fiori sono ermafroditi, zigomorfi e tetra ciclici cioè provvisti di calice gamosepalo, di corolla simpetala, bilabiata con cinque lobi, il colore del labbro superiore del petalo è roseo o purpureo, gli altri petali sono bianchi o gialli, di androceo, che contiene gli stami didinami (due lunghi e due corti), le antere sono conniventi ed hanno una loggia portante un cornetto allungato, le sacche polliniche hanno l’estremità inferiore a forma di freccia, di gineceo formato di due carpelli e formano un ovario supero biloculare. Lo stilo è unico lievemente più lungo degli stami ed è inserito all’apice dell’ovario; lo stimma è capitato. Fiorisce da aprile a luglio.

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Il frutto è una capsula deiscente di forma oblungo-acuta, cavato-compressa e contiene diversi piccoli semi.
La riproduzione avviene per impollinazione entomogama tramite gli insetti.
I semi, cadendo a terra, sono successivamente dispersi soprattutto da insetti come le formiche secondo la disseminazione mirmecoria.L’habitat tipico per questa pianta sono i pascoli, i terreni incolti e le garighe delle zone marine, collinari e montane su una distribuzione altitudinale da 0 fino a 1200 metri s.l.m.
Il substrato preferito è calcareo, ma anche siliceo. Preferisce essere esposta alla luce del sole, ma non per molto tempo. Allora si fa proteggere dalle altre piante più alte.
Per quanto riguarda l’acqua si accontenta della pioggia abbondante della stagione.

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La pianta non ha nessun’altra utilità tranne la sua bellezza che impreziosisce i luoghi dove nasce e fiorisce.

 

 

 

 

 

 

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